Tetto al 4%, la storia (purtroppo) infinita. Il contributo varato dal Governo con il Decreto anticrisi dello scorso novembre per aiutare le famiglie alle prese con le rate dei mutui variabili doveva arrivare prima entro febbraio 2009, poi a maggio-giugno. Ma non c'è niente da fare: a luglio inoltrato l'«aiutino» resta ancora, nella maggior parte dei casi, un miraggio. E per fortuna che nel frattempo i tassi Euribor (parametro di riferimento per il calcolo della rata variabile) sono precipitati, passando dai picchi superiori al 5% di ottobre fino allo 0,59% (scadenza a un mese e 0,95% 3 mesi) di oggi.
I fortunati…
Dopo le diverse vicissitudini (interpretazioni delle norme, trasmissione degli elenchi degli aventi diritto dall'agenzia delle Entrate alle filiali bancarie) qualcosa sembra finalmente muoversi. Negli ultimi giorni, i contributi sono stati effettivamente trasferiti dalle banche ai mutuatari aventi diritto, ma ma solo in alcuni casi e comunque i problemi non sono finiti, come testimoniano i diversi messaggi inviati dai lettori a Mutui24. In genere chi ha ottenuto l'accredito lamenta la scarsa trasparenza da parte delle banche, che non hanno inviato ai clienti alcuna comunicazione che faccia chiarezza su quali tassi siano stati effettivamente applicati o su come sia stato calcolato il contributo dello Stato. C'è poi chi segnala che l'accredito è avvenuto con valuta corrente e non retrodatata (come prevede il Dl) all'effettiva data di versamento della rata.
…e chi ancora aspetta
Per la maggior parte delle famiglie però l'attesa non è ancora finita e le indicazioni fornite allo sportello si fanno sempre più vaghe e a volte perfino irritanti. A poco sembra valere anche l'introduzione del modulo di autocertificazione che, secondo quanto chiarito da una recente circolare Abi, dovrebbe servire per velocizzare le procedure "arrugginite" di trasmissione dei dati dall'Agenzie delle Entrate alle singole banche. Tutto sembra insomma incanalarsi nei binari di una tipica storia "all'italiana" e i mutuatari si dividono fra rabbia e frustrazione. La pazienza, si sa, è la virtù dei forti, ma la saggezza popolare insegna che ha anche un limite.